Lapis è la riscoperta di un ideale romantico, radicato in una cultura agricola ormai lontana: quella fatta di mani, attesa e ascolto. Un’agricoltura manuale, su piccola scala, che segue i ritmi della natura, ne coglie i frutti e li trasforma senza alterazioni, con rispetto e consapevolezza.

Dal cuore di questo approccio nascono due realtà sorelle, unite da una stessa visione.

Il Podere del Maro, in Liguria, prende vita da una vecchia vigna sulle alture del Ponente. Qui Marco e Matilde coltivano un’azienda agricola biodiversa: vigne, ulivi, orti, frutteti e boschi convivono in equilibrio, restituendo una materia prima sincera e vitale.

Nel Monferrato astigiano, tra colline austere e silenzi antichi, prende forma la seconda anima di Lapis: il Giardino dei Feaci. In un casale storico con cantina a volta, le anfore di terracotta custodiscono fermentazioni spontanee e un vino dal carattere audace. Il nome richiama i Feaci dell’Odissea: popolo mitico di armonia e ospitalità, simbolo di un mondo perduto da ritrovare.

Due luoghi, una sola filosofia. Il vignaiolo, per Lapis, è colui che traduce in bottiglia il gusto autentico dell’annata, dell’uva e del terroir, con una lieve ma consapevole impronta personale. Tutto parte dalla terra: pratiche sostenibili, piante libere di crescere, frutti raccolti al giusto tempo. Le uve fermentano spontaneamente, nulla si aggiunge e nulla si toglie. Ogni bottiglia racconta un anno di vita, con le sue sfide e i suoi doni, e restituisce la voce di un territorio che si svela stagione dopo stagione.

Lapis racchiude la gentilezza di un tratto a matita e la forza di un progetto destinato a durare. È un invito a ricucire, recuperare, rieducare. A lasciare un’impronta leggera, ma significativa, su questo pianeta.